Prestiti subordinati: cosa sono, rischi e convenienza

I prestiti subordinati sono una forma di investimento e non di finanziamento, che può essere utilizzato dai consumatori per ottenere un eventuale guadagno mediante gli interessi maturati nel corso del tempo al momento del rimborso.

Se ti hanno proposto un prestito subordinato o semplicemente vuoi saperne di più su questo strumento finanziario seguici in questa guida dedicata!

Ecco come funzionano i prestiti subordinati: cosa sono, quali sono i vantaggi e quali invece i rischi.

Prestiti subordinati: cosa sono?

I prestiti subordinati sono uno strumento utilizzato dalle banche per riuscire a limitare la sofferenza bancaria e ottenere liquidità.

Questi non sono classici prestiti personali, dove dunque il prestatore è la banca, ma sono dei prestiti obbligazionari che prevedono che sia il cliente il creditore.

Il creditore con un prestito subordinato ha la possibilità di ottenere un rientro di quanto versato con una maggiorazione in base agli interessi maturati nel corso del tempo.

I prestiti di tipo subordinato sono prodotti strutturati che in genere vengono proposti all’interno delle polizze sulla vita. Sono una forma di prestito assistito disciplinata da parte della Banca d’Italia che prevede una subordinazione del rimborso.

Cosa vuol dire? In poche parole, il finanziatore accetta al momento della stipula che il rimborso del credito sia subordinato al soddisfacimento prima dei creditori che hanno precedenza.

Questo vuol dire che nel caso in cui la banca fallisse, si andranno a remunerare prima i creditori che non hanno un rapporto subordinato e se presenti ancora fondi successivamente quelli subordinati.

Dunque, il creditore subordinato può veder onorato il suo credito esclusivamente se gli altri creditori sono stati soddisfatti integralmente, in quanto con questo prestito si partecipa alle perdite della banca in caso di liquidazione.

Per questo motivo, secondo il Testo Unico Bancario, i prestiti subordinati rientrano negli strumenti di investimento a rischio.

Come funziona?

Il prestito subordinato prevede la stipula di un contratto chiaro in cui viene specificata la condizione del rimborso subordinata.

All’interno del prestito, che può essere appunto corrisposto alla banca anche sottoforma di polizza sulla vita, viene sottolineato che il rimborso avverrà esclusivamente dopo il soddisfacimento degli altri creditori.

Nel contratto dei prestiti di tipo subordinato vanno indicate anche:

  • Condizioni di dilazione per il pagamento degli interessi
  • Condizioni per il rimborso del capitale
  • Tassi di interesse corrisposti

Possono accedere a questa forma di prestito o meglio investimento a rischio sia i consumatori privati sia i clienti business.

Quali sono le tipologie principali?

Le regole Basilea 2 e Basilea 3 hanno sottolineato regole sui requisiti minimi di capitale e anche la distinzione tra i diversi prestiti subordinati che sono state ridotte alla Tier 1 e alla Tier 2.

Prima invece le tipologie erano 4 ossia: Tier 1, Upper Tier 2, Lower Tier 2 e Tier 3.

Le tipologie di prestito subordinato, dunque, si possono distinguere in:

  1. Tier 1: queste sono considerate più rischiose, in quanto è previsto in caso di insolvenza, la perdita del 100% del capitale investito. In questo caso non sono previste obbligatoriamente scadenze finali del prestito e del rientro degli interessi.
  2. Tier 2: il prestito subordinato Tier 2 prevede in caso di insolvenza sempre il rischio sul 100% del capitale investito. In questo caso però le cedole non vengono cancellate, come nel caso del Tier 1, ma sono solo sospese e pagate nel primo anno in cui l’istituto chiude con un utile. In caso di Lower Tier 2, la durata è decennale e gli interessi vengono sospesi solo in caso di grave insolvenza. In caso di liquidazione dell’emittente questo strumento a scadenza fissa permette di avere una maggiore sicurezza nell’investimento.

Da chi vengono emessi ?

In genere, l’emissione dei prestiti subordinati viene fatta da parte delle banche che sono anche quelle che poi gestiscono effettivamente il finanziamento.

Le banche italiane, a differenza di quelle estere, possono emettere questi prestiti ma devono sottostare all’articolo 12 comma 7 del TUBC, cosa che rende gli investimenti in parte meno rischiosi, specie se non si conoscono i regolamenti bancari presenti negli altri paesi.

L’emissione del prestito subordinato è disciplinato da parte della Banca D’Italia che afferma come questo debba avvenire sotto forma di titoli di deposito oppure di obbligazioni.

A differenza delle obbligazioni però, i prestiti subordinati vengono corrisposti solo che sono stati soddisfatti tutti gli interessi dei creditori che hanno la precedenza. Dunque, chi investe in obbligazioni tradizionali verrà rimborsato prima di coloro che hanno scelto un prestito subordinato.

Quali sono i vantaggi?

Sottolineato che questo non è un prestito senza busta paga o un prestito per disoccupati, né tanto meno un prestito personale, ma bensì è un finanziamento che il creditore privato fa alla banca per ottenere un ritorno sull’investimento, di certo ti starai chiedendo quali sono i vantaggi!

La sottoscrizione di prestiti obbligazionari subordinati hanno dei vantaggi principalmente in termini economici.

Infatti, a differenza di altri strumenti come le obbligazioni tradizionali, questi sono: più redditizi e offrono un tasso di interesse più elevato.

Quali sono i rischi per gli investitori?

I rischi previsti dai prestiti obbligazionari subordinati sono stati sottolineati anche dalla Banca d’Italia.

Infatti, dopo il fallimento e l’amministrazione straordinaria di alcune banche italiane ha affermato come l’attuazione di questi programmi porta a perdite specifiche principalmente per azionisti e obbligazionisti subordinati.

In parole semplici: se la banca fallisce chi ha un prestito subordinato rischia quasi sicuramente di perdere l’intero capitale investito.

Il rischio di credito dei prestiti di tipo subordinato è molto elevato in quanto tende quasi sempre al 100% del capitale investito e anche perché si vanno a soddisfare prima i creditori che hanno la precedenza e solo dopo, se per caso rimangono capitali in essere, chi ha un prestito subordinato.

Un altro rischio è la difficile valutazione dell’investimento specie nel caso dei Tier 1 che hanno una data di rimborso incerta.

Infatti, molti di questi prestiti non hanno una scadenza vera e propria, ma possono essere richiamate dall’emittente in certe date specifiche che prendono il nome di “call”. Non avere una scadenza porta a una complessa stima del rendimento dell’investimento.

Si hanno difficoltà di diversificazione. Nella maggior parte dei casi, non basta avere un portafoglio diversificato per controllare il rischio dei prestiti obbligazionari. Il rischio quindi è più simile a quello azionario rispetto a quello delle obbligazioni tradizionali.

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