Prestito non pagato: cosa succede se c’è ritardo nella rata?

Ottenere un prestito permette di soddisfare i propri desideri personali, familiari e professionali. E con così tante banche e finanziarie a disposizione potrebbe non essere difficile ottenerne uno.

Ma cosa succede se c’è ritardo nel pagamento di una rata?

Cosa accade se i rimborsi del debito non avvengono maniera puntuale?

Ci sono rischi per il ritardo nel pagamento di una sola rata?

In questo approfondimento cercheremo di riepilogare tutto quello che devi sapere in caso di prestito non restituito, con suggerimenti pratici per evitare che il ritardo nel pagamento di una rata possa determinare qualche segnalazione negativa.

Prestito non pagato e interessi di mora

Tra le conseguenze più temute di un prestito non pagato c’è il fatto che il ritardato versamento della rata possa determinare il pagamento degli interessi di mora. Ma è davvero così?

Per scoprirlo con certezza è naturalmente consigliabile leggere attentamente il contratto del finanziamento, dove trovano spazio le clausole sugli interessi per ritardato pagamento.

Nel caso in cui il contratto non dica nulla in merito, gli interessi di mora scattano solamente superati i 30 giorni di ritardo, a titolo di compensazione del fatto che il creditore viene privato del denaro che gli sarebbe spettato nei tempi e nei modi stabiliti in contratto.

Facciamo un esempio.

Salvo il caso che il contratto del finanziamento non stabilisca qualcosa di diverso, se la rata scade il 1 del mese e il pagamento avviene in ritardo, il 10, il debitore non subirà alcuna conseguenza da parte del creditore, considerato che il ritardo è inferiore a 30 giorni.

Come abbiamo già ricordato, se il pagamento però non avviene entro i 30 giorni il debitore dovrà pagare gli interessi di mora, che si aggiungono alla somma dovuta e che sono proporzionali ai giorni di ritardo. Ovvero, più ritardi nel regolarizzare la posizione, e più saranno gli interessi.

Quanto sono alti gli interessi di mora per un prestito non pagato?

Come probabilmente stai immaginando, non c’è un livello predefinito degli interessi di mora.

Il tasso di interesse moratorio sarà tuttavia sicuramente superiore al tasso ordinario, considerato che altrimenti non avrebbe alcun senso cercare di incoraggiare il debitore ad essere puntuale con un tasso che potrebbe essere comparabile a quello ordinario, contrattuale.

Ferme restando queste premesse, esperienza suggerisce di indicare il tasso di mora come pari al tasso debitore normale, oltre a una maggiorazione compresa generalmente tra i 2 e i 5 punti percentuali, sempre nei limiti della soglia usura.

Per saperne di più è sufficiente consultare il contratto di finanziamento. È infatti qui che trova spazio l’indicazione dei tassi di interesse di mora. Di norma troverai un articolo apposito, successivo alla fissazione del tasso di interesse ordinario.

Come calcolare gli interessi di mora

Calcolare gli interessi di mora non è affatto difficile, considerato anche che la formula sarà identica al calcolo degli interessi normali.

Se vuoi provare a conteggiare gli interessi di mora manualmente, prova ad applicare questa formula matematica:

[Giorni di ritardo (x) Quota capitale della rata (x) Tasso di mora] / 36500

Il risultato è pari a quanto dovrai pagare in più per regolarizzare la posizione. Se al posto dei Giorni di ritardo metterai 1, potrai semplicemente calcolare gli interessi di mora per un giorno di ritardo.

Facciamo un esempio pratico. Ipotizziamo che:

  • abbia pagato la rata con 10 giorni di ritardo,
  • la quota capitale della rata sia di 500 euro,
  • gli interessi di mora siano pari al 5%.

Il conteggio sarà pari a 0,68 euro. A questa somma, a seconda di quanto previsto in contratto, potresti tuttavia essere costretto ad aggiungere anche le spese per l’invio delle lettere di sollecito, il costo del recupero del debito e altro ancora.

Prestito non pagato, cosa accade per più rate in ritardo

Le cose cambiano e si fanno un po’ più complicate nel caso in cui il ritardo si protragga nel tempo.

Se infatti non paghi la rata per più volte rischi di andare incontro a problemi più gravi come la segnalazione negativa in Centrale Rischi, la risoluzione del contratto con la decadenza di ogni beneficio e la restituzione immediata dell’intero capitale che hai ottenuto in prestito oltre a interessi e spese.

Cerchiamo di saperne di più.

Segnalazione alla Centrale Rischi per prestito non pagato

Il debitore che paga in ritardo o non paga delle rate di un contratto di finanziamento viene iscritto come cattivo pagatore nella Centrale dei Rischi, un database in cui sono memorizzate le operazioni di prestito di tutte le banche aderenti.

Purtroppo per chi ha subito l’iscrizione in CR come cattivo pagatore, le conseguenze non sono certo banali.

Chi infatti si trova iscritto nel database della Centrale come inadempiente corre il serio rischio di non vedere più accettate le proprie richieste di finanziamento, o vedersele accettate a fronte di condizioni più gravose o dietro prestazione di garanzie personali o reali.

È pur certo che l’iscrizione dei dati negativi in CR non è perenne, e che nell’arco di qualche anno si può cercare di riottenere il ripristino automatico della propria posizione.

Tuttavia, considerati gli strascichi che una segnalazione negativa può lasciare, ti consigliamo di pensarci più di una volta prima di andare incontro a un ritardo nel pagamento delle rate. Molto meglio parlare anticipatamente delle difficoltà con il proprio istituto di credito e cercare con il creditore una soluzione che possa evitare qualsiasi tipo di conseguenza negativa in questo senso.

Prestito non pagato e revoca del mutuo

Uno dei principali rischi dei prestiti non pagati e dei ritardi nei pagamenti delle rate è la risoluzione del contratto di finanziamento. Ma cosa significa?

In altre parole il mancato pagamento delle rate di un prestito determina la decadenza del beneficio del termine. In termini ancora più semplici, la banca può sciogliere unilateralmente il contratto e richiedere immediatamente il pagamento dell’intero debito residuo, estinguendo il mutuo.

Per far ciò, generalmente la banca concede un periodo di tempo molto ristretto, superato il quale procederà al recupero coatto del credito mediante le strade che riterrà più convenienti.

Mutuo non pagato: cosa accade

Ma che cosa accade se a non essere pagate sono le rate del mutuo?

In realtà, le conseguenze sono le medesime di qualsiasi prestito non pagato, ovvero:

  • applicazione interessi di mora da parte della banca
  • solleciti di sistemazione dei ritardi
  • possibile risoluzione del contratto e richiesta di pagamento dell’intero debito.

Quel che cambia è generalmente nelle procedure esecutive che la banca può adottare nel momento in cui il debitore risulti insolvente.

Tra di esse può infatti rilevare anche il pignoramento dell’immobile su cui è iscritta l’ipoteca e, dunque, la vendita dell’immobile all’asta.

Cosa fare se non si può più pagare il prestito

Come abbiamo già fatto capire nelle scorse righe, la cosa peggiore che puoi fare se non riesci a pagare le rate del prestito è quella di fare finta di nulla.

Se infatti non prendi in mano la situazione, il rischio di andare incontro alle azioni esecutive della banca, alle segnalazioni negative in Centrale Rischi e a interessi e spese che si sommano mese dopo mese è molto alto.

Dunque, se ti rendi conto di non essere più in grado di pagare la rata del prestito è bene comunicarlo subito alla banca per trovare una soluzione che possa soddisfare tutte le parti.

Ma cosa può fare la banca?

Le soluzioni sono numerose e probabilmente sono anche di più di quelle stai immaginando. La banca ha infatti tutto l’interesse affinché il proprio cliente non finisca con l’essere insolvente. Una simile situazione comporterebbe infatti costi e tempi di recupero del credito molto elevati, che l’istituto vorrebbe certo evitare.

Proprio per scongiurare queste eventualità l’istituto di credito potrebbe proporre ad esempio una rinegoziazione del mutuo attraverso un taglio del tasso di interesse. In questo modo l’importo delle rate del programma di rimborso potrebbero diventare un po’ più basse, rendendo più semplice rimborsare il debito.

Oppure, la banca potrebbe estendere il piano di ammortamento. L’allungamento del programma di rimborso comporta la possibilità di spalmare su un maggiore numero di anni il proprio debito e, conseguentemente, un abbassamento dell’importo delle rate.

Peraltro, è bene ricordare che proprio questo intervento costituisca una delle principali opportunità, ammesso che vi sia spazio per un allungamento del mutuo e che non si stia già usufruendo di un finanziamento della massima estensione temporale ammessa dalla banca.

Altri interventi che è possibile ipotizzare sono quelli della sospensione del mutuo per un massimo di 12 mesi, se ne ricorrono i requisiti di legge. Infine, non bisogna dimenticare la possibilità di spostare il proprio finanziamento in un’altra banca, sia con operazioni di surroga del mutuo che con operazioni di sostituzione di altri crediti.

In ogni caso, rimane sempre valido il consiglio più evidente ma, purtroppo, sottovalutato: parlane il prima possibile con la banca per evitare che le piccole difficoltà di oggi diventino insormontabili ostacoli nel prossimo futuro, con ciò che ne deriverebbe sulla possibilità di evitare delle negative segnalazioni in Centrale Rischi e di ottenere nuovi prestiti dal sistema bancario.

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