La cessione del quinto è un finanziamento che permette di ottenere una somma di denaro da restituire in rate mensili prelevate direttamente dalla busta paga o dal cedolino pensione.
La legge prevede che l’importo delle rate della cessione del quinto non possa superare un quinto dello stipendio. Una misura che dovrebbe permettere al debitore di restituire il prestito senza troppe preoccupazioni, considerato che il livello di indebitamento sarà molto contenuto rispetto all’importo dello stipendio o della pensione.
Ma che cosa avviene in caso di cassa integrazione?
Quali sono le conseguenze per la cessione del quinto dello stipendio?
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La polizza assicurativa sulla cessione del quinto
Come sappiamo tutti molto bene, nella vita qualcosa di storto può sempre capitare. E, considerato che gli imprevisti sono dietro l’angolo e che potrebbero essere particolarmente nocivi per il proprio equilibrio economico finanziario, in caso di cessione del quinto ci sono delle tutele ben definite per legge.
In particolare, la cessione del quinto è sempre accompagnata da una polizza assicurativa obbligatoria che ha come obiettivo quello di coprire i casi di insolvenza del cliente della banca.
Più dettagliatamente, la polizza assicurativa ha lo scopo di tutelare il dipendente contro il rischio di premorienza, invalidità e perdita involontaria del posto di lavoro.
In caso di pensionato, invece, ad essere tutelato sarà solo l’evento della morte prematura.
Ma che cosa avviene in caso di cassa integrazione? Che cosa succede? Tra quali casistiche rientra?
Cessione del quinto e cassa integrazione
Prima di tutto è fondamentale distinguere tra cassa integrazione ordinaria e cassa integrazione straordinaria. Oltre a ciò, bisognerà anche conoscere il numero di ore a cui si è soggetti, e il numero di mesi di durata della procedura.
È infatti evidente che a seconda delle caratteristiche della cassa integrazione, diverse saranno anche le prestazioni della compagnia assicurativa.
In genere, con la cassa integrazione ordinaria si può ottenere il blocco della rata se questo provvedimento determina una riduzione dello stipendio significativa, tale da mettere in difficoltà la regolare restituzione del debito.
In questa ipotesi, di norma, si procede con la rinegoziazione della cessione del quinto, al fine di ridurre l’importo della rata e renderla compatibile con il nuovo stipendio netto.
Questo, però, avviene nel caso in cui vi sia una riduzione dello stipendio che, sebbene non marginale, non sia superiore al 30%.
Se invece la riduzione dello stipendio è superiore al 30%, è possibile fare una richiesta di sospensione del pagamento delle rate.
La procedura segue però diverse strade a seconda di quanto stabilito in contratto. È per esempio possibile che la banca possa rivedere la propria valutazione del rischio tenendo in considerazione che dovrebbe teoricamente rivalersi sulla solidità finanziaria di un’azienda che, se ricorre alla cassa integrazione, potrebbe essere in difficoltà.
L’assicurazione sulla cassa integrazione
Un discorso piuttosto simile vale per la cassa integrazione straordinaria, a zero ore. I tempi di sospensione del pagamento delle rate dipenderanno dalla durata della condizione suddetta e dalla solidità dell’azienda datore di lavoro.
Per il primo periodo, dunque, è possibile che la compagnia assicurativa possa coprire qualche rata del piano di pagamento, utile per il debitore di organizzarsi e trovare un nuovo posto di lavoro con cui poter rimborsare regolarmente il capitale presto in prestito. Dunque, alla fine del periodo di copertura assicurativa, le rate dovranno comunque essere pagate e, dunque, la polizza non potrà che essere considerata come una sorta di salvagente temporaneo.
Diverso è invece il discorso della perdita definitiva del posto di lavoro. In questo caso la condizione della perdita involontaria del posto di lavoro è contrattualmente definita, prevedendo il pagamento di un numero di rate pari generalmente a sei o dodici, dopo di che il debitore dovrà preoccuparsi di procedere al pagamento delle rate con i mezzi propri.
Cosa fare se si va in cassa integrazione
Se si riceve la cassa integrazione, la prima cosa che bisogna fare è contattare l’istituto di credito che ha concesso il prestito con la cessione del quinto.
In questo modo potrà prendere il via l’iter, attivato dalla stessa banca e dall’assicurazione, che permetterà di arrivare alla sospensione del pagamento della rata.
Ricorda che è importante lasciare una traccia formale. Cerca pertanto di comunicare con l’istituto di credito attraverso una posta elettronica certificata, una raccomandata o recandoti di persona presso la banca, consegnando una documentazione con la notifica della cassa integrazione e domandando una copia di ricezione.
Comunicare con il solo telefono senza lasciare tracce potrebbe infatti essere controproducente.
Cassa integrazione ordinaria
Delle situazioni sopra anticipate, quella ritenuta meno grave è certamente la cassa integrazione ordinaria. In questi casi è possibile ottenere una sospensione delle rate del pagamento della cessione del quinto, nella consapevolezza che la crisi aziendale si ritiene momentanea e facilmente risolvibile, con il datore di lavoro che non perde la sua solidità.
Cassa integrazione straordinaria
La cassa integrazione straordinaria può durare fino a due anni ed è una procedura generalmente riservata ai casi più gravi, ovvero alle aziende che vertono in una condizione di difficoltà maggiore.
Proprio per questo motivo la durata della cassa straordinaria è generalmente maggiore, dando il tempo ai dipendenti di trovare un’eventuale altra occupazione. Non è un caso che la cassa straordinaria sia spesso seguita dalla messa in mobilità.